I giacimenti minerari della zona erano già noti ai romani, come dimostrano le numerose tracce di attività estrattiva di quest’epoca. Attività proseguita anche nel medioevo.
La più recente attività estrattiva di tipo industriale si può far risalire al 1848, quando re Carlo Alberto concesse a Giovanni Antonio Sanna lo sfruttamento minerario perpetuo della zona. Venne quindi costituita la Società di Montevecchio per l’estrazione di piombo argentifero.
La miniera di Montevecchio si distinse per l’utilizzo di strumenti all’avanguardia, che introdussero, tra le altre, il sistema di perforazione ad acqua, più sicura di quella a secco. Era dotata di linea ferroviaria per il trasporto dei minerali estratti e numerose laverie. Intorno ad essa si costruì il villaggio dei minatori, un ospedale, il palazzo della direzione ed edifici per i principali servizi.
Negli anni successivi la Prima guerra mondiale la società entrò in crisi per poi riprendersi nel periodo dell’autarchia fascista. Nel 1991, a seguito di un lungo periodo di crisi, le attività estrattive si conclusero definitivamente.
La miniera di Montevecchio fa parte degli otto siti del Parco Geominerario della Sardegna, è fruibile con quattro percorsi di visita che comprendono il palazzo della direzione e i cantieri di levante.