Il Ghetto degli ebrei nasce durante il dominio sabaudo (1723-1728) come caserma della Compagnia dei Dragoni, dedicata a Carlo Emanuele III.
Sorge a picco sulle mura di cinta del quartiere storico di Castello, tra la via Santa Croce e Cammino Nuovo. Si compone di due corpi principali: un fabbricato meridionale con il portale d’ingresso, più prossimo al bastione di Santa Croce, e un fabbricato più a nord che conduceva alla sottostante casamatta.
Gli ingegneri Antonio Felice De Vincenti e De La Vallée (1736) ampliarono i locali della caserma con scuderie e alloggi per 198 uomini. Nel 1732, tramite lo sbancamento della roccia e il risultante materiale, si realizzò la Controguardia di Santa Croce. I lavori dei piemontesi erano legati al rafforzamento della difesa tramite una controguardia che rispondesse ai moderni sviluppi sulla balistica.
A fine Ottocento, dismesse le attività militari, i locali vennero ceduti al Comune e venduti a privati che li trasformarono in modeste abitazioni. Tuttora nel corpo meridionale del Ghetto, in stato di decadimento, sono presenti abitazioni.
Il settore settentrionale, di proprietà del Comune e restaurato nel 1992, è oggi uno spazio culturale che ospita mostre, convegni, seminari e concerti.
L’erronea denominazione di “Ghetto degli Ebrei” è legata alla reale presenza di una comunità giudaica dal medioevo fino alla cacciata nel 1492, ma più a sud del quartiere, tra la via Santa Croce e la via Stretta.