L’Archivio di Stato di Sassari fu istituito con Decreto Ministeriale 15 aprile 1959 e incardinato nella struttura del Ministero dell’Interno fino al 1974, quando fu incorporato nel Ministero per i Beni culturali e ambientali.
Nel 1963 l’Istituto si stabilì nei locali di Corso Angioy. Dall’anno successivo giunsero i primi documenti dalla Prefettura di Sassari e dalla Direzione provinciale del tesoro di Sassari, tra cui il libretto di pensione di Clelia Garibaldi.
Presso il Complesso Monumentale SS. Annunziata – ex Ospedale civile di Sassari, in cui risiede dal luglio 2019, l’Archivio di Stato, oggi organo periferico del Ministero della Cultura, conserva, tutela e valorizza:
- la documentazione prodotta anteriormente all’ultimo trentennio dalle magistrature del Regno di Sardegna e dagli organi giudiziari e amministrativi dello Stato italiano presenti nella provincia;
- gli atti dei notai delle tappe di Sassari, Alghero, Ozieri e Tempio fino al 1918;
- gli archivi delle Corporazioni religiose soppresse di Alghero, Ozieri, Padria e Pozzomaggiore;
- alcuni importanti archivi di privati (sia donati che in deposito) e di enti pubblici.
L’attività di ricerca è libera e gratuita e viene condotta con l’assistenza del personale della Sala Studio, che si avvale degli strumenti di ricerca (inventari o elenchi) cartacei o digitali. Questi ultimi possono essere visionati direttamente sui computer messi a disposizione. Per coloro che si trovano lontano da Sassari la ricerca è possibile anche per corrispondenza, purché l’oggetto sia ben definito.
La riproduzione di materiale archivistico con mezzi propri è consentita previa autorizzazione della Direzione dell’Archivio di Stato. È gratuita se effettuata per uso personale, per uso studio o per fini di valorizzazione senza scopo di lucro. La riproduzione tramite il Laboratorio dell’Istituto è invece a pagamento secondo le tariffe determinate dalla Lettera circolare n. 21 del 17 giugno 2005 della Direzione generale per gli archivi – Servizio II.